venerdì 31 agosto 2012

La ricerca del tempo perduto


A-essere-persone-serie, se lo fosse stata in quel momento, non avrebbe detto ADDIO; non si dice perché non si addice.
Christine non appartiene a una telenovela argentina; al più poteva dire ARRIVEDERCI. “Arrivederci” è bello, garbato, poco definitivo.
Quel drammatico “Addio”, detto in macchina al momento di lasciarsi dopo aver scopato su un prato, tra i caprifogli in fiore che rilasciavano liquidi collosi che andavano a mescersi col sudore, non era il caso e, peraltro, il Fato gliel'ha fatta, lei sperava in fondo non fosse così, ma sì "addio, per sempre addio", così si introduce l'Onegin. Searle parlava in tal senso di 'perlocuzione'.
"No, comunque io sto molto bene in tua compagnia” le fece, tutto d'un tratto, venire in mente quella massima di Groucho Marx: “La fortuna mi assiste, nel senso che sta a guardarmi senza fare niente”. Se proprio proprio qualcuno le chiedesse di descrivere la sua vita attraverso una frase, questa calzerebbe a pennello.
La fortuna la assiste.
A essere persone dotate di una certa sprezzatura, a essere giovani dotate di questa qualità nobilissima, descritta da Baldassare Castiglione nel 1528, una non piagnucolerebbe come qualsiasi donnetta poco sprezzata, non si lamenterebbe per giorni della fortuna che assiste passivamente allo spettacolo seduta in platea, applaudendo fino a spellarsi le mani.
Riversandosi in un corridoio nascosto, verserebbe  quella lacrimuccia che non riesce proprio a trattenere nel mentre era profondamente intenta a fare tutt'altro e poi si ributterebbe elegantemente nel flusso della vita, delle attività, ci sono miliardi di cose interessanti da fare che si lasciano perdere quando si pone troppa attenzione ai prati. E' un peccato, davvero. Trovo che essere sprezzate e, per esempio, ascoltare Tom Waits rivelino tratti ottimi dell'esistenza.
La città, la città impone moralità.



VIC